Ultima modifica: 3 Dicembre 2015
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4. Contesto e identità culturale dell’Istituto

L’I.C. “Claudio Puddu” esplica la sua funzione didattico – educativa su un territorio caratterizzato da un tessuto socio – culturale dinamico, che risente di notevoli flussi migratori.
Il carattere multietnico, assunto dai gruppi classe, impegna la scuola in una risposta sempre più flessibile e mirata a colmare e risolvere le difficoltà di carattere socio – affettivo e formativo.
La scuola valorizza il sentimento di appartenenza di ciascun alunno, attraverso una mediazione costante fra le diverse culture e in un continuo confronto fra i differenti modelli.

La nostra scuola si presenta come un’istituzione unitaria, la cui identità e i cui fini sono testimoniati dal Piano dell’Offerta Formativa, che rispecchia il contesto culturale in cui si colloca e tiene conto delle radici di appartenenza.

L’ipotesi di riferimento che ha guidato la individuazione e la realizzazione del Progetto si fonda sul presupposto che a ciascun alunno, portatore di peculiari caratteristiche emotive, sociali, culturali e cognitive, debba essere garantita una “effettiva uguaglianza delle opportunità” (Boschi, Borri 1993).

Nella scuola, pertanto, occorre trasmettere non solo nozioni, ma anche aiutare gli allievi a attivare processi di pensiero che li mettano in condizione di imparare ad imparare.
Dunque è necessario stabilire un “ponte” fra l’epistemologia delle aree disciplinari e l’epistemologia dei soggetti (Boschi).

La memoria storica dell’Istituto è ben radicata, infatti per elevare gli standard di qualità del processo di insegnamento-apprendimento, da molti anni il corpo docente è impegnato in costanti aggiornamenti sulle innovazioni educativo -didattiche proposte dalle scienze dell’educazione.

Tradizionalmente anche i genitori dei ragazzi e le istituzioni territoriali sono coinvolti nelle iniziative funzionali al progetto di formazione della scuola, compartecipando con specifici ma determinanti contributi.

In tale quadro si inseriscono percorsi di ricerca, da sempre attuati e monitorati, e sperimentazioni in grado di rispondere più efficacemente ai bisogni degli allievi.

Di conseguenza ne è scaturita una filosofia progettuale che poggia su alcuni nuclei fondanti:

  • Si trasferisce l’attenzione dal prodotto al processo, quindi le abilità su cui si interagisce non sono state considerate come blocchi unitari impenetrabili, ma componenti emotive e cognitive che sottintendono una serie di processi, anche molto differenti tra loro, attivati tutti o in parte, secondo i diversi scopi che il soggetto si prefigge
  •  La conoscenza non è stata intesa come qualcosa di inerte, ma il frutto di una costruzione attiva dello studente. L’alunno infatti deve interagire dinamicamente nelle azioni educativo-didattiche affinché l’apprendimento assuma un valore generativo e significativo
  •  Si è privilegiato l’apprendimento intenzionale in situazione di laboratorio, che non è soltanto uno spazio fisico, ma un abito mentale ottimale dove è possibile espletare una metodologia attiva, perché gli alunni “attraverso, il dialogo, l’analisi riflessiva, la gestione collaborativa delle difficoltà, l’esplorazione di strategie alternative..” abbiano la possibilità di acquisire non tanto nozioni astratte o generiche regole per agire , quanto piuttosto di sviluppare “conoscenze sia dichiarative che procedurali situate in contesto” (L. Cisotto, ’98)
  •  È stato ritenuto indispensabile che l’alunno avesse un atteggiamento consapevole sia circa il compito da svolgere, relativo al problema da risolvere, sia circa il monitoraggio, in quanto spesso le difficoltà non sono tanto legate alla mancanza di conoscenza metacognitiva, quanto alla carenza di autoregolazione
  •  Tutti gli interventi, oltre a prevedere percorsi specifici per far progredire gli allievi nelle varie competenze, hanno tenuto conto dell’autoattribuzione interna. Infatti è necessario far assimilare ai ragazzi l’importanza assegnata all’impegno personale, controllabile e modificabile, che gioca un ruolo preponderante in tutte le circostanze di apprendimento e senza il quale non c’è né mantenimento né generalizzazione
  •  L’acquisizione di competenze, cioè lo sviluppo di quelle capacità di andare oltre i contenuti, di assimilarli così da saperli riprodurre e ritradurre in contesti diversi e dominarli come strutture delle azioni mentali cognitive, è stata ritenuta una meta improrogabile
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